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via le truppe

Potete leggere qui sotto il testo della petizione per il ritiro delle truppe da Libano, Afghanistan, Irak. Si tratta di una campagna europea che vede coinvolti comitati contro la guerra, partiti, singoli e associazioni di tutti i Paesi d'Europa (in particolare Spagna, Francia, Portogallo, Inghilterra). Questo appello è stato sottoscritto, in Italia come all'estero, da nomi noti del mondo della cultura, dell'arte, del giornalismo e da attivisti dei movimenti di lotta.
Anche in Italia, sono nati e stanno nascendo in molte città comitati "Via le truppe!": stiamo raccogliendo le firme per l'appello, organizzando banchetti e iniziative pubbliche, promuovendo manifestazioni. Come potete vedere, già in tanti hanno dato il loro sostegno alla campagna. 
Ovviamente, si tratta di un atto dimostrativo, di un modo per far sentire la voce di chi dice No alla guerra e all'oppressione di interi popoli, di uno strumento per far circolare contro-informazione: nessuno di noi si fa illusioni sulla possibilità di convincere governi e governanti. Ma il successo di questa campagna (che culminerà con la consegna delle firme al Parlamento europeo) sarà un piccolo passo in avanti nella battaglia contro le guerre.
Chiediamo a singoli, associazioni, partiti e sindacati di contribuire alla diffusione di questo appello e di farsi promotori della costruzione di comitati contro la guerra in tutte le città d'Italia.
Scrivici a

Fabiana Stefanoni
(coordinatrice per l'Italia della campagna europea)

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SEI MORTI DELL'ESERCITO ITALIANO DI INVASIONE A KABUL
RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE

Comunicato Cobas

Era assolutamente prevedibile. Tutta la odiosa demagogia di questo governo (e del precedente di centrosinistra) sulla “pacificità” del contingente italiano di invasione dell'Afghanistan, sulla “sicurezza” della presenza a Kabul, dove i guerriglieri afgani non sarebbero mai arrivati, sul “contingente di pace”, viene brutalmente spazzata via dall'uccisione, da parte dei combattenti afgani, di sei militari della Folgore e dal ferimento di altri quattro nel pieno centro di Kabul. L'ipocrito “cordoglio” che il governo insieme a tutto l'arco politico istituzionale manifesta ora è tanto più disgustoso quanto evidente è la piena consapevolezza di tutti coloro, ex-governo Prodi compreso, che hanno mandato in questi anni i militari italiani a rischiare la pelle in Afghanistan e in Iraq, che l'invasione dei due paesi nulla ha a che fare con la “lotta al terrorismo” o con “missioni di pace” o di “esportazione della democrazia” ma con la volontà imperialistica statunitense e dei suoi fedeli alleati, l'Italia tra questi, di dominare territori cruciali per materie prime fondamentali per l'economia dei paesi più potenti, stroncando ogni volontà di quei popoli di conservare o recuperare il controllo sulle proprie ricchezze nazionali, liberandosi dal dominio USA. I governi italiani in questi anni hanno consapevolmente messo in campo le vite e il sangue di decine d migliaia di militari, ingigantendo la spesa (sesta al mondo) per l'esercito e per le armi e tagliando servizi sociali, salari e pensioni, per guadagnare un posto di rilievo nella spartizione delle ricchezze mondiali: e dunque il sangue degli uccisi e dei feriti ricade su chi, scientemente, li ha mandati a morire in spregio anche alla Costituzione, che vieta di partecipare a missioni di guerra e a invasioni di paesi, a cui i popoli, in base ad ogni diritto, internazionale, politico e umano, si oppongono con ogni strumento a disposizione.Contro le richieste che vengono anche dalla presidenza Obama di un ulteriore impegno italiano in Afghanistan, ribadiamo con ancora maggior forza, insieme alle condoglianze che esprimiamo alle famiglie delle vittime ma che rinnoviamo ogni giorno a quelle delle incalcolabili vittime afgane della guerra imperialista, che c'è un'unica soluzione per evitare che si versi altro sangue:
IL RITIRO DELLE TRUPPE DI INVASIONE DALL'AFGHANISTAN A PARTIRE DA QUELLE ITALIANE. Invitiamo dunque il movimento no-war e tutti i cittadini/e amanti della pace a riprendere la mobilitazione in tutta Italia per chiedere con la massima forza tale ritiro.

Piero Bernocchi (portavoce nazionale COBAS).

 

 

ANCHE I MODENA
CITY RAMBLERS TRA I FIRMATARI DELL'APPELLO
Anche Franco D'Aniello, Luca "Gabi" Giacometti, Davide "Dudu" Morandi, Francesco Moneti, Massimo Ghiacci, Betty Vezzani e Roberto Zeno, musicisti dei Modena City Ramblers hanno sottoscritto l'appello per il ritiro delle truppe. Insieme a loro, tanti rappresentanti del mondo della cultura, dell'arte, tanti attivisti dei movimenti e protagonisti delle lotte operaie chiedono, in tutta Europa, il ritiro immediato delle truppe dagli scenari di guerra. Non cesseremo di urlare: VIA LE TRUPPE!

Un pensiero speciale va a "Gabi", morto di recente in un tragico incidente: la campagna per dire no alla guerra continuerà ora anche in suo ricordo.

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Afghanistan. L'attacco con un ordignio a Farah:
è esploso al passaggio della pattuglia italiana

La notizia della morte del Parà italiano sul fronte sud-occidentale afgano giunge inattesa solo a chi non ha ben presente che i soldati italiani, in Afghanistan, stanno combattendo una guerra. Non più come 'truppe di riserva', com'è stato negli ultimi anni, bensì come forze combattenti al pari di statunitensi, britannici e canadesi.

 

Strage in Afghanistan

Oltre 100 civili uccisi sulle montagne afgane.
Comunicato della Rete Disarmiamoli. Di fronte alla ferocia dei bombardamenti indiscriminati, di cui la stampa nazional popolare talvolta è costretta a parlare inviandoci poche e fugaci immagini, si rimane sempre annichiliti e sconvolti.

 

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